Il barbagianni è facilmente riconoscibile per il piumaggio candido e dorato e per il disco facciale a forma di cuore. Tra il folto piumaggio del volto, il becco è lungo e adunco e gli occhi rotondi e neri. La femmina ha dimensioni maggiori e colori più cupi, ma in entrambi i sessi l’apertura alare è di circa un metro.
Il buffo nome italiano deriva forse dal veneto; chi ha mai avuto la fortuna di incontrare un barbagianni in libertà, solitamente in campagna, in vecchi casolari, ne parla sorridendo come di uno spettro. La sua assoluta silenziosità, dovuta al morbidissimo piumaggio e alla forma delle penne, è una perfetta strategia di caccia che si basa sulla sorpresa e non sulla velocità come invece avviene per i rapaci diurni. Il barbagianni compare all’improvviso, un morbido battito d’ali immacolato, e in questo è del tutto simile ad un fantasma, forse a quello del fantomatico e defunto zio Gianni.
Il barbagianni può essere definito il più notturno tra i rapaci notturni: le sue sortite diurne sono rarissime e spesso dovute soltanto alla necessità di cacciare in presenza dei piccoli, deliziosi assassini in miniatura dotati di un piumaggio provvisorio bianchissimo e morbido e di artigli e becco già perfettamente affilati, come hanno potuto sperimentare le anime in pena che se ne sono occupate in caso di cadute dal nido e allontanamento dai genitori.
E’ un rapace che praticamente non ha nemici naturali, a parte l’uomo. Anche in questo subisce la stessa sorte capitata a tutti i rapaci notturni: considerati segno di imminente sventura, spesso sono stati cacciati in nome della superstizione.
Foto | Flickr
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