lunedì 25 febbraio 2008

L’angolo dell’approfondimento naturalistico

Benvenuti a questa puntata di approfondimento naturalistico gestita a titolo puramente amatoriale dalla vostra pluri-appassionata burattinaia della pluri-omicida Lilian.

Prendendo spunto dalla scelta del famiglio della piccola Lin, spendo due parole sullo splendido rapace notturno che è il barbagianni (Tyto alba).

Il barbagianni presenta molte caratteristiche fisiche che lo avvicinano agli altri rapaci notturni: grandi occhi frontali, piumaggio folto e morbido, ottimo udito. Si tratta di caratteristiche acquisite con l’adattamento ad una vita strettamente notturna che gli consentono di cacciare in condizioni di buio praticamente assoluto. L’assenza di mobilità oculare viene compensata da quella estrema del collo, che permette al rapace di variare il proprio punto di osservazione senza doversi spostare. Come gli altri rapaci notturni, però, più che sulla vista fa leva sull’ottimo udito che gli consente di percepire anche i più piccoli movimenti delle prede di cui si nutre.

Il barbagianni è facilmente riconoscibile per il piumaggio candido e dorato e per il disco facciale a forma di cuore. Tra il folto piumaggio del volto, il becco è lungo e adunco e gli occhi rotondi e neri. La femmina ha dimensioni maggiori e colori più cupi, ma in entrambi i sessi l’apertura alare è di circa un metro.

Il buffo nome italiano deriva forse dal veneto; chi ha mai avuto la fortuna di incontrare un barbagianni in libertà, solitamente in campagna, in vecchi casolari, ne parla sorridendo come di uno spettro. La sua assoluta silenziosità, dovuta al morbidissimo piumaggio e alla forma delle penne, è una perfetta strategia di caccia che si basa sulla sorpresa e non sulla velocità come invece avviene per i rapaci diurni. Il barbagianni compare all’improvviso, un morbido battito d’ali immacolato, e in questo è del tutto simile ad un fantasma, forse a quello del fantomatico e defunto zio Gianni.

Il barbagianni può essere definito il più notturno tra i rapaci notturni: le sue sortite diurne sono rarissime e spesso dovute soltanto alla necessità di cacciare in presenza dei piccoli, deliziosi assassini in miniatura dotati di un piumaggio provvisorio bianchissimo e morbido e di artigli e becco già perfettamente affilati, come hanno potuto sperimentare le anime in pena che se ne sono occupate in caso di cadute dal nido e allontanamento dai genitori.

E’ un rapace che praticamente non ha nemici naturali, a parte l’uomo. Anche in questo subisce la stessa sorte capitata a tutti i rapaci notturni: considerati segno di imminente sventura, spesso sono stati cacciati in nome della superstizione.


Foto | Flickr

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